Fotografare un concerto: le emozioni e i suggerimenti

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Grazie a Reflex Tribe, partner ufficiale dei concerti di Ritmika Moncalieri, ho avuto la possibilità di accedere all’area fotografi sotto il palco, del concerto di Giuliano Palma, così mi sono improvvisata reporter e mescolata ai professionisti!

Vi racconto come è andata questa esperienza entusiasmante ed aggiungo qualche consiglio trovato in rete su come si fotografa (o almeno si dovrebbe!) ad un concerto!

CONSIGLIO N° 1: ATTREZZATURE VERSATILI Partiamo dall’attrezzatura: potevo contare sulla mia nuova Canon 6D e sulla sua ottima resa degli ISO. Obiettivo montato: 24/105 mm f/4.0 e tele nella tasca legata alla cintura (70/200 mm f/4).

Per un buon reportage dell’evento è indispensabile poter contare su obiettivi molto versatili o su una buona combinazione grandangolo-tele, per alternare riprese del palco e della band nel suo complesso, ai ritratti ed ai dettagli. La sacca alla cintura si è rivelata comodissima per poter cambiare rapidamente gli obiettivi, senza cerniere di mezzo.

CONSIGLIO N° 2: ARRIVARE IN ANTICIPO  Fotografando un concerto si gioca contro il tempo e contro l’impulso di ascoltare e ballare! L’area sottopalco è infatti generalmente disponibile ai fotografi per sole 3 canzoni! Conviene arrivare un poco prima e studiare il campo per capire i migliori punti di vista, o, per lo meno, scegliere e definire mentalmente da dove scattare alternando le lunghezze focali. Qualche ora prima del concerto sarebbe poi utilissimo guardare qualche video delle esibizioni dell’artista che andiamo a fotografare: ci aiuterà a capire quali sono le sue peculiarità sul palco, come interagisce con la band, se e come balla ecc…

CONSIGLIO N°3: WB AUTO Prima di cominciare ovviamente si prepara la macchina e si pensa al bilanciamento del bianco. I concerti (a parte quelli jazz) presentano situazioni di luce molto variabili, soprattutto nei colori. Il bilanciamento dei bianchi impostato su automatico non tradisce e permette di ottenere risultati realistici. La resa è forse migliore sulle tonalità fredde fino al giallo; quando invece l’illuminazione tende al rosso, mi pare che i tratti del viso risultino “appiattiti”… Comunque sia, fidiamoci del WB Auto e, per toglierci definitivamente l’impiccio, scattiamo in RAW!

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CONSIGLIO N°4: USARE  I PROGRAMMI (O NO?) Sono abituata a scattare sfruttando i programmi, in particolare quello con priorità di diaframmi e dunque anche in una situazione “di stress” come le 3 canzoni del concerto ho utilizzato, senza pensarci due volte, un programma. Ho utilizzato la priorità di diaframmi (AV su Canon), abusando un po’ degli ISO (tra i 1200 e i 4000 ISO). Il mio pensiero è stato il seguente: salgo con gli ISO (data l’ottima resa della 6D) quel tanto che basta per consentirmi di utilizzare anche diaframmi medio-chiusi a tempi ragionevoli ed avrò fotografie con il palco tutto nitido e luci ad effetto “stellina”. Nei ritratti e nei dettagli aprirò invece i diaframmi per staccare il soggetto dal fondo.

2013_09_10_02462In realtà, ai concerti di norma si dovrebbe fotografare con priorità di tempi (TV su Canon), in modo da garantirsi sempre che l’artista venga fermo e congelato (diciamo tempi attorno al 1/160). Indispensabile, usando i programmi, è ovviamente l’uso del blocco dell’esposizione oppure della compensazione. Quindi se non siete avvezzi lasciate perdere: optate per il “manuale”. I miei compagni di banco a lezione di fotografia scattano sempre, per “imprinting” ricevuto dai corsi Reflex Tribe, in manuale, anche ai concerti. In effetti, è vero che le condizioni di luce sono variabili come colori, ma non come intensità, dunque, presa una volta l’esposizione buona, si potrebbe non cambiare nulla, o quasi, nelle impostazioni di scatto.

E allora? Come si scatta ad un concerto? Secondo me, l’unico consiglio valido è di scattare nel modo in cui siamo più abituati e ci sentiamo più sciolti! Sperimenteremo in altri momenti!

CONSIGLIO N° 5: SIATE PRONTI (E CREATIVI!) “Carpe diem”: la difficoltà sta poi tutta lì, nel cogliere l’attimo! L’attimo in cui l’artista salta, si piega concentrato sul suo strumento, si scambia l’occhiata di intesa con il chitarrista …. Per questo ci va un po’ di fortuna, molta prontezza e …. l’aiuto dello scatto a raffica!! Attenzione però a non abusarne: inutile e controproducente avere 2000 scatti, tutti poi da riguardare e selezionare, inoltre se non si sta davvero attenti alle movenze dell’artista si rischia comunque di mancare l’attimo!

3 canzoni sotto il palco sono poche, ma, in effetti, sufficienti per fare un reportage: si potesse stare più a lungo in pole-position, credo ci si ridurrebbe a fare le medesime fotografie. Al contrario, tanto o poco che sia, il tempo non influisce sulla possibilità di “cogliere l’essenza”.

Qualche sera dopo, nella stessa location, ho assistito, senza pass, al concerto di De Gregori. Sarà per la situazione contingente e la necessità di doversi adattare, ma credo di essermi avvicinata di più al concetto di “cogliere l’essenza” o, per lo meno, mi pare di aver dato un punto di vista più personale sull’evento. Ho scattato utilizzando la tecnica dello zooming, oppure inserendo un musicista in silhouette, oppure, ancora, ho atteso particolari effetti di luce …

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Insomma quando si sta attenti al proprio soggetto, lo si ascolta (in questo caso è proprio così!) e si lasciano in secondo piano la tecnica, le aspettative, la fretta, si viene quasi sempre premiati!

Nella gallery trovate alcune altre fotografie scattate da Marco ad Annalisa e Paola Turci, sempre durante i concerti di Ritmika 2013.

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