مراكش (Marrakech) – racconto di viaggio

مراكش (Marrakech) – racconto di viaggio

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9 italiani a Marrakesh o ..come perdersi nei Suq

Marrakech: suq, confusione e tanta modernità

Dopo 3 anni (era il 2019) ripartono i viaggi REFLEXTribe e da dove c’eravamo fermati, ripartiamo…il Marocco. Da sempre una delle nostre mete privilegiate per viaggi o week-end lunghi. La scorsa volta avevamo percorso ed immortalato il Nord del paese, questa volta destinazione Marrakech.

Araciai al tramonto in piazza Jamaa el-Fna
1° giorno

Ritrovo alle 2.00. Irene ed io recuperiamo Alessia e Enrico, alle 2.30 rendez-vous all’imbocco dell’A4 con Gianni, Giamma e Mr.Party. Si parte alla volta di Chivasso, dove abbiamo appuntamento con le ultime 2 del gruppo Paola e Sara. Siamo pronti, direzione aeroporto per volare Malpensa –> Marrakech. Alle 9.30 stiamo colazionando al Riad Andalla, uno dei più genuini della città, ma quando ci si affida ad agenzie serie come Tenerè Viaggi, non ci si può aspettare che questo! Rifocillati partiamo per una prima giornata esplorativa.

Prima meta Palazzo el Bahia. Il palazzo fondato a inizio del 1800 è un capolavoro dell’arte Marocchina, stanze e patii ornati da maioliche, stucchi e intarsi lignei di altissimo valore storico/artigianale…purtroppo l’orda di selfie-boomerang-turisti impedisce di fotografare in libertà, it’s globalization babe. Poi ci innoltriamo nei Suq..ma non troppo, sarà per i prossimi giorni.

Ma ci concediamo una visita alle Tanneries, non. sono quelle di Fes ovviamente, più piccole, meno colorate…e anche pervase da una sensazione di ‘finzione’, ma comunque affascinano e si lasciano fotografare. Da ricordare: l’odore! :).

Cena sontuosa a base di tajine misti in Riad, siamo stanchi e io anche col solito mal di stomaco, così tutti a nanna presto, pronti per un nuovo giorno!


2° giorno

Dopo aver fatto una tipica colazione in Riad, olive, pani di diverse forme e colori, omelettes e dolcetti, partiamo alla volta dei giardini Majorelle. I giardini sono stati progettati e costruiti dall’omonimo pittore francese ad inizio del secolo scorso, per poi diventare la casa dello stilista Yves Saint Laurent dal 1980 alla scomparsa. Che dire, ci si perde nei colori verdi della natura che incrociano i blu Majorelle i gialli e poi ancora i blu di un cielo terso.

Dopo un pranzo veloce camminiamo per tornare verso la piazza centrale, la famosa Jamaa el Fna, passando e scoprendo i quartieri moderni al di fuori della Medina. Il contrasto è forte. C’è stupore nel vedere negozi di alcolici e intimo, che sembrano fuori posto nel mondo islamico.

Dopo esserci goduti il tramonto in piazza. Ceniamo. Tè in terrazza e anche questa giornata si conclude. Domani sabato è l’ultimo giorno…penultimo in realtà, ma domenica l’aereo ci attende alle 8.00…


3° giorno

Il terzo giorno è completamente dedicato alla grande piazza Jamaa el Fna e ai suq.

La piazza è un’enorme distesa di attrattive (cobra incantati, scimmie, venditori di qualunque cosa, anche denti) durante il giorno, mentre al calar del sole si popola di più di 100 bancarelle che vendono cibo tradizionale, comprese teste di pecora ben esposte.

Fotografare qui, è difficile…la gente ha occhi dietro la testa e senza una lauta mancia nessuno è disposto a farsi riprendere…

I suq invece sono i tipici mercati del mondo arabo. Solitamente ogni suq è composto da più vie e piazzette dedicate ad un solo prodotto, pelle, spezie, metalli…animali. Ci si può trovare dalla tipica babbuccia marocchina fino a piccioni in gabbia, passando per camaleonti o piattini cesellati in rame!

Sono caotici…e ci si perde facilmente, ma è anche questo il bello.

Giriamo e ci perdiamo..ovviamente, ma gli scorci sono incredibili e la luce filtra nelle strette via creando giochi fantastici, quindi ci perdiamo e fotografiamo, senza tanto lamentarci.

Giunta la sera decidiamo di mangiare in piazza, scelta la bancarella ci sediamo e dopo un breve temporale che mette tutti in agitazione (ristoratori specialmente) gustiamo degli ottimi piatti! Anche questa avventura è finita. Grazie a tutti.

A presto Marocco

 

One Response

  1. Prima di fare questo viaggio a Marrakesh pensavo a un paese ricco e benestante, invece mi sono trovato davanti a una realtà ben diversa…Ho potuto constatare che la città è divisa in due realtà ben distinte una ricca e l’altra povera, per certi versi quella povera l’ho sentita più genuina più vera…ma comunque affascinato dalla loro cultura sono rimasto molto colpito dalla gente dalla sua povertà Alcuni momenti ho temuto l’assalto come qualcuno raccontava le strade raccontano la loro vita è la la loro storia si scorge il
    Vissuto si vedo i vicoli lunghi e stretti percorrerli è una eterna goduria chissà quale segreto si cela.. ma poi improvvisamente ti chiudono la porta in faccia …poi spuntano improvvisamente le donne dalle proprie case furtive immediatamente scompaiono non ti degnano di uno sguardo mi sento quasi un ladro… rimani per qualche istante a guardare sei fulminato non mi muovo eppure rimango affascinato un vecchio che dorme finalmente è arrivata la fotografia tanto aspettata la posso fare perché non si accorgerà che sono lì ! Anch’io sono stato come molti Altri mi sono portato a casa uno scatto una emozione catturata un bagno nella cultura di un popolo tanto povero ma ricco di cultura e di gente umile e gentile
    Gianni Binetti Fotografo per passione per catturare una emozione

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