Fotografare un concerto: le emozioni e i suggerimenti

Fotografare un concerto: le emozioni e i suggerimenti

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Forse non mi sono ancora presentata ufficialmente, ma ehi! Ciao amiche e amici di Reflex, qui Aurora.

Sono una fotografa (strano da sentir dire, da queste parti eheh) e da qualche mese faccio parte di questo gran bel team di curiosə di fotografia ed affamatə di cultura, immagini, arti visive e non solo. Anche di musica!

Mi sono avvicinata professionalmente alla fotografia proprio grazie alla musica: scattando a concerti e a piccoli eventi di una delle mie città del cuore, Bra. Così, nel 2018 ho avuto la possibilità di accedere per la prima volta all’area fotografi sottopalco durante le serate di Artico Festival, improvvisandomi reporter e mescolandomi tra i professionisti. Quella sera ho capito davvero l’importanza che hanno la fotografia e la musica nella mia vita, e quanto questi due fenomeni possano combaciare tra loro.

Ma ora basta chiacchiere, qui di seguito i miei two cents.

 

Cinque consigli per fotografare un concerto

1

ATTREZZATURA VERSATILE  |  L’attrezzatura è nostra compagna di avventura. Sono fedele alla mia Canon 6D per questo tipo di eventi, perché alla fine è un po’ una questione di sintonia (e la sua tenuta ad alte ISO è pazzesca). Obiettivo montato: 24-70 mm f/2.8 Tamron, in accoppiata con un tele 135 mm f/2 fisso che utilizzo per i ritratti sul palco.

 

Per un buon reportage dell’evento è indispensabile poter contare su obiettivi molto versatili o su una buona combinazione grandangolo-tele, per alternare riprese del palco e della band nel suo complesso, ai ritratti ed ai dettagli. Per poter cambiare rapidamente gli obiettivi, tengo una borsa a tracolla minimale molto comoda, così da poter essere più veloce possibile e in modo da non perdermi nulla.

 

 

2

TEMPO E TEMPISMO  |  Fotografando un concerto si gioca contro il tempo (e contro l’impulso di lasciarsi trasportare dalla musica e iniziare a ballare!), l’area sottopalco è infatti generalmente disponibile ai fotografi per le prime 3 canzoni: dobbiamo giocarcele bene.

Conviene arrivare un poco prima e studiare il campo per capire i migliori punti di vista, provando a scegliere e definire mentalmente da dove scattare alternando le lunghezze focali. Qualche ora prima del concerto sarebbe poi utilissimo guardare qualche video delle esibizioni dell’artista che andiamo a fotografare: ci aiuterà a capire quali sono le sue peculiarità sul palco, come interagisce con la band, se e come balla. Insomma, non farsi trovare impreparatə, perché l’imprevisto ci sarà e dovremo essere prontə!

 

3

WB AUTO  |  Prepariamo la macchina fotografica prima di cominciare: bilanciamento del bianco. I concerti (a parte quelli jazz) presentano situazioni di luce molto variabili, soprattutto nei colori. Il bilanciamento dei bianchi impostato su automatico non tradisce e permette di ottenere risultati realistici. La resa è forse migliore sulle tonalità fredde fino al giallo; quando invece l’illuminazione tende al rosso, mi pare che i tratti del viso risultino leggermente “appiattiti”.

Comunque sia, fidiamoci del WB Auto e, per toglierci definitivamente l’impiccio, scattiamo in RAW: In questo modo avremo la possibilità di sistemare la fotografia per ottenere anche dalla post produzione il miglior risultato possibile.

 

4

I PROGRAMMI  |  Sfruttiamo i programmi, in particolare quello con priorità di diaframmi, in una situazione “di stress” come le 3 canzoni del concerto può tornarci molto utile. Ho utilizzato la priorità di diaframmi (AV su Canon), abusando un po’ degli ISO (tra i 1200 e i 4000 ISO). Il mio pensiero è stato il seguente: salgo con gli ISO (data l’ottima resa) quel tanto che basta per consentirmi di utilizzare anche diaframmi medio-chiusi a tempi ragionevoli ed avrò fotografie con il palco tutto nitido e luci ad effetto “stellina”. Nei ritratti e nei dettagli aprirò invece i diaframmi per staccare il soggetto dal fondo.

In realtà, ai concerti di norma si dovrebbe fotografare con priorità di tempi (TV su Canon), in modo da garantirsi sempre che l’artista venga fermo e congelato (diciamo tempi attorno al 1/160). Indispensabile, usando i programmi, è ovviamente l’uso del blocco dell’esposizione oppure della compensazione. Quindi se non siete avvezzi lasciate perdere: optate per il “manuale”. I miei compagni di banco a lezione di fotografia scattano sempre in manuale, anche ai concerti. In effetti, è vero che le condizioni di luce sono variabili come colori, ma non come intensità, dunque, presa una volta l’esposizione buona, si potrebbe non cambiare nulla, o quasi, nelle impostazioni di scatto.

E allora? Come si scatta ad un concerto? Secondo me, l’unico consiglio valido è di scattare nel modo in cui siamo più abituati e ci sentiamo più sciolti, sperimentando. A questo proposito, non perdetevi il workshop di fotografia sottopalco in partenza dal 17 giugno. Il periodo perfetto per mettersi in gioco: con tutti i concerti che ci sono all’inizio dell’estate!

 

5

SEMPRE REATTIVI (E CREATIVI!) La difficoltà sta poi tutta lì, nel cogliere l’attimo! L’attimo in cui l’artista salta, si piega concentrato sul suo strumento, si scambia l’occhiata di intesa con il chitarrista o chiude gli occhi perché è profondamente in connessione con quello che sta cantando.
Per questo ci va un po’ di fortuna, molta prontezza e l’aiuto dello scatto a raffica. Attenzione però a non abusarne: inutile e controproducente avere duemila scatti, tutti poi da riguardare e selezionare, inoltre se non si sta davvero attenti alle movenze dell’artista si rischia comunque di mancare l’attimo!

3 canzoni sotto il palco sono poche, ma, in effetti, sufficienti per fare un reportage: si potesse stare più a lungo in pole-position, credo ci si ridurrebbe a fare le medesime fotografie. Al contrario, tanto o poco che sia, il tempo non influisce sulla possibilità di cogliere l’essenza.

 

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