Richard Mosse in mostra al MAST di Bologna

Richard Mosse in mostra al MAST di Bologna

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DISPLACED – Richard Mosse

Una personale a soli 40 anni di età è qualcosa di incredibile per il mondo dell’arte. Sì perchè le immagini (fotografiche e video) prodotte da questo giovane Irlandese di Kilkenny sono più che reportage. Sono Arte con la ‘A’ maiuscola, sono ricerca, studio e soprattutto innovazione.

Proprio quando ormai si pensava che la fotografia documentaristica fosse giunta ad un vicolo cieco, ecco qua spuntare Richard Mosse.

Le sue immagini le abbiamo già viste su libri e pagine web…ma trovarsi di fronte a queste gigantografie è tutta un’altra cosa.

Richard Mosse – Platon, Congo

I Primi Lavori

La mostra, che si snoda nelle splendide sale della Fondazione MAST di Bologna (mostra allestita in modo eccellente e totalmente gratuita) inizia con le opere del ‘primo periodo’ disposte nel corridoio che unisce 3 sale in cui sono invece esposte le gigantografie dai toni magenta di INFRA.

Già queste prime immagini denotano lo stile che verrà ( le foto sono scattate al confine Messico/Stati uniti, Bosnia, Kossovo e striscia di Gaza), ovvero non sono foto di azioni ma immagini che documentano il mondo che è venuto dopo il conflitto.

Dolcissimi e riflessivi sono gli scatti di oggetti abbandonati dai migranti al confine con gli Stati Uniti, prima di provare il valico del muro.

INFRA

Nelle prime 3 sale si trovano gli scatti del progetto INFRA. Mosse ha in mente l’idea di mostrare l’invisibile, la devastazione; quello che resta delle guerre e violenze che da decenni devastano la zona del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (che tanto democratica non è). Zona ricca di materie prime, quali il coltan, che tanto ci servono per la produzione di apparecchi elettronici.

In questo progetto si esprime il suo interesse per tecnologie inusuali. Per mostrare quello che non si vede decide di utilizzare, l’ormai fuori produzione pellicola Kodak Aerochrome, questo particolare supporto ha la capacità di rendere di color magenta (quasi fucsia) la natura ricca di clorofilla (le piante vive insomma). La pellicola fu creata a scopo militare, per stanare i soldati in mimetica in mezzo alla natura selvaggia, differenziandone la colorazione….qualcosa di invisibile agli occhi.

Sono principalmente panorami dai toni surreali, in cui la presenza umana è molto evidente.

 

Heat Maps

Skaramaghas, Athens, Greece

In Heat Maps , continua a svilupparsi l’interesse di Mosse per le tecnologie militari, in questo caso un termoscanner militare di ultima generazione, in grado di carpire immagini in bianco e nero infrarosse.

Il lavoro (2021-18) è incentrato nei campi profughi del mediterraneo. Sono immagini panoramiche in cui l’uomo e le strutture si fondono. Le immagini a prima vista sono dei dettagliatissimi panorami, ma ad uno sguardo più attento invece, non si riescono a distinguere i particolari ma solo astrazioni: uomini e oggetti sono riconoscibili solo come ‘tipologie’, nei loro movimenti o contorni, ma non nella loro unicità.

Una dura critica all’oggettivizazione di alcuni esseri umani.

Ultra e Tristes Tropiques

La mostra fotografica si chiude con Ultra e Tristes Tropiques, progetti recenti e in opera in cui indaga sulla devastazione ambientale. Sposta la sua attenzione dall’uomo alla natura

In Ultra, con la tecnica della fluorescenza UV, Mosse analizza la natura (piante,funghi,licheni, etc.) e, alterando lo spettro cromatico, trasforma questi primi piani in uno spettacolo pirotecnico di colori fluorescenti e scintillanti. La biodiversità viene descritta minuziosamente tra proliferazione e parassitismo, tra voracità e convivenza, per mostrarci la ricchezza che rischiamo di perdere a causa dei cambiamenti climatici e dell’intervento dell’uomo.

Tristes Tropiques è la serie più recente di Richard Mosse: documenta con la precisione della tecnologia satellitare la distruzione dell’ecosistema ad opera dell’uomo. La tecnica fotografica utilizzata è la “counter mapping”, una forma di cartografia che grazie a fotografie multispettrali mostra i danni ambientali difficilmente visibili dall’occhio umano. Le immagini sono azimutali scattate con l’ausilio di un drone

Mosse scatta queste immagini nel Pantanal (Brasile), come archivio di denuncia della trasformazione ‘criminale’ che l’uomo sta perpretando contro la natura.

 

 

I Video

La mostra prosegue poi con le istallazioni video, l’artista contemporaneamente al lavoro fotografico affianca anche la produzione di video, che danno vita ai progetti. INFRA è affiancato dalla serie di video Enclave, in cui utilizza la stessa pellicola infrarossi. Sono immagini surreali anche queste, ma animate , in cui i soldati si muovono in questa natura rosso/magenta, quasi fosse sporca di sangue

Heat Maps è invece affiancato da Incoming. Stesso Termoscanner utilizzato. Le immagini in movimento ci fanno vedere questi esseri umani dalle facce bianche indistinguibili, quasi aliene. Le riprese e i suoni assordanti ci portano da una portaerei che pattuglia il mediterraneo alla ricerca di migranti, ai gommoni con i migranti stessi fino in coda con loro per un tozzo di pane nei centri profughi. Veramente impressionante!

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