Fotografare … cimiteri: Staglieno e San Cataldo

Fotografare … cimiteri: Staglieno e San Cataldo

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Un po’ per caso, un po’ perchè ce le siamo scelte così, le ultime mete delle nostre gite fotografiche hanno riguardato due cimiteri. Abbiamo fotografato a maggio il cimitero monumentale di Genova – Staglieno e ad inizio ottobre quello di San Cataldo a Modena, progettato da Aldo Rossi.

Ma la destinazione d’uso è l’unica cosa che questi luoghi hanno in comune.

Fotografare all’interno di un cimitero presuppone un atteggiamento di sensibilità e rispetto, tanto della privacy, quanto dei sentimenti di coloro che lì ritrovano i propri cari. Sono da evitare dunque inquadrature che riprendano in modo esplicito nomi e persone.

Il lutto ed il tema della morte non sono però i soggetti su cui il fotografo si debba -per forza- confrontare nè a Staglieno, nè tanto meno a San Cataldo. Si può decidere di fotografare un cimitero mantenendo l’occhio del reporter e del viaggiatore, realizzando scatti intensi e dai forti significati simbolici.

Fatte quindi queste premesse, vediamo le peculiarità dei due cimiteri che hanno attirato i nostri sguardi.


Il cimitero di Genova Staglieno

E’ un cimitero “romantico” (fu inaugurato nel 1851) ed è una vera e propria galleria di opere d’arte a cielo aperto. A partire dal  disegno architettonico, composto da porticati monumentali e scenografici in rapporto con il paesaggio naturale circostante, si rimane ammaliati dal fascino e dalla malinconia del luogo. Questa stessa magia è stata avvertita da  letterati, viaggiatori, artisti, filosofi tra i quali Friedrich Nietzsche, Guy de Maupassant, Mark Twain ed Evelyn Waugh.

A Staglieno la monumentalità si unisce alla suggestione “romantica” del paesaggio, in un intreccio fra monumento, architetture, memorie storiche e natura.

Il tema romantico del legame Eros e Thanatos, Amore e Morte permea anche il progetto fotografico che Franco Fontana ha dedicato proprio a Staglieno. Nel progetto “Vita nova” lo sguardo del fotografo carica le forme pietrificate delle sculture di una sensualità che le rende vive. A questo link puoi trovare un abstract del libro fotografico.

Il nostro giro fotografico a Staglieno ha incluso sia sculture legate dal tema della figura femminile, sia alcune delle sepolture di personaggi illustri che qui riposano.

Se vuoi andare a scattare anche tu a Staglieno sicuramente possiamo consigliarti di consultare il sito ufficiale che raccoglie anche diversi suggerimenti per itinerari tematici.


Il cimitero di San Cataldo a Modena

Quello che ci ha condotti a fotografare a San Cataldo è stata la volontà di seguire le tracce di Luigi Ghirri che fotografò l’ampliamento di questo cimitero quando i lavori di costruzione erano ancora in corso, o appena interrotti. Gli scatti sono inseriti in una serie su Aldo Rossi, l’architetto che progettò  nel 1971 l’ampliamento del cimitero vecchio. La parte nuova venne inaugurata nel 1987, ma i lavori non furono mai completati.

La nuova area è contraddistinta da uno stile metafisico. Il cubo in calcestruzzo colorato di rosso vuole rappresentare, nelle intenzioni dell’architetto, la casa dei morti. Per questo motivo delle case dei vivi riprende gli archetipi: il volume, le bucature delle finestre, le forme e le misure. Le case dei morti sono però case abbandonate o incompiute, così il cubo è privo di serramenti ed il cielo stesso costituisce l’unico soffitto.

Se a Staglieno il tema di fondo è il rapporto romantico amore-morte, qui il tema suggerito dalle forme è quello della memoria-oblio, se a Genova le fotografie mostrano il sentimento aleggiante della malinconia, a Modena l’atmosfera è metafisica e trascendentale. Lo spazio è misurato, minimale, ordinato, composto, razionale, così sono le fotografie.

A San Cataldo consigliamo un giro a tutti i fotografi che amano cimentarsi con la fotografia di architettura, perchè qui forse viene più semplice. Non ci sono elementi fuori posto, solo la purezza delle linee, da incastrare nel fotogramma e pochi colori a contrasto.

Ecco una selezione di scatti:


E se queste fotografie ti hanno fatto venire voglia di uscire alla ricerca di luoghi insoliti da immortalare scrivici (info@reflextribe.com): siamo sempre disponibili a valutare nuove mete e ad organizzare il prossimo giro in compagnia (le proposte non devono per forza riguardare luoghi di sepoltura!).

2 Responses

  1. …caspita, noto con piacere per non essere l’unico a fare foto nei cimiteri alla ricerca di “arte”
    Complimenti anche per essere usciti dal “convenzionale”…
    Buon lavoro

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